EDITORIALE DEL PRESIDENTE La notizia del giorno è quella del ventilato superamento degli studi di settore. Meno male, era ora! Non credo di dover spiegare a Voi, imprenditori del terziario bellunese, perché gli studi di settore siano – e non da oggi – uno strumento inadeguato e sostanzialmente iniquo per determinare la capacità contributiva di un’azienda.
La quasi totalità delle imprese ha dovuto ragionare sulla necessità di “adeguarsi” al risultato teorico degli studi versando somme all’erario per risultare “congruo e coerente” ed evitare così accertamenti invasivi dell’Amministrazione finanziaria, anche quando tale presunzione contrastava con la realtà degli incassi realmente effettuati. Rimandandovi alla lettura delle pagine interne per i dettagli, vi pongo due considerazioni. La prima è che Confcommercio di Belluno fin dal 2007 ha puntato il dito contro l’inadeguatezza di tale sistema, chiedendone l’abrogazione o, almeno, dei forti correttivi quali la considerazione degli elementi di territorialità, della situazione di criticità globale e locale e di ogni altro elemento capace di rendere il sistema più aderente alla realtà delle imprese; il risultato, quindi, lo sentiamo anche il frutto di quanto fatto in tutti questi anni con caparbietà.
L’altra, più amara: c’è da sperare che il nuovo “indice di affidabilità” non sia un rimedio peggiore della malattia, cosa che in Italia, purtroppo, non è rara.
Confcommercio Belluno non abbassa la guardia su questo come su altri temi (tassazione locale, costo del lavoro, burocrazia), sapendo che sono battaglie sacrosante che vanno portate avanti con costanza e determinazione, contro ogni demagogia ma al fine di far vivere le imprese, l’economia e l’occupazione. È un lavoro spesso poco visibile, ma che è nostro compito naturale di sostenere.
A tutti voi, come soci, il compito di partecipare e sostenere la VOSTRA Associazone in questo difficile percorso.
Paolo Doglioni |